UndergroundLa più antica e grande del paese, viene costruita intorno al 1750 in pietra locale, è un grande complesso situato all’apice di una collina (brichet in lingua locale), è strutturata in un complesso chiuso con ampio portone in legno per consentire un agevole ingresso ai carri e agli animali, le costruzioni si affacciano sulla grande aia ad esclusione della casa padronale che è situata nell’ala ovest con ingresso indipendente.

Il terreno circonda tutta la cascina, aree seminative e a fieno, boschi, orti, frutteti e qualche vigna per circa 100 giornate piemontesi (una giornata piemontese equivale a 3810 metri quadri, antica unità di misura corrispondente al terreno che una coppia di buoi lavorava in un giorno e tutt’ora usata in agricoltura). Le informazioni sono tutte approssimative poiché i documenti sia pubblici che privati sono andati distrutti negli incendi appiccati durante la seconda guerra mondiale.

Le case di abitazione dei lavoranti si affacciavano sulla grande aia così come le stalle, fienili e magazzini, ricoveri per gli attrezzi, i carri e le grandi vasche in legno (arbi in lingua locale) erano alloggiati nei locali sottostanti ai quali si accedeva dal retro della cascina, infine nelle fondamenta scavate nel tufo era stata ricavata una lunga cantina tutt’ora usata.

Durante la seconda guerra mondiale vivevano nella cascina circa 60 persone tra proprietari e lavoranti, vecchi – donne – bambini mentre gli uomini o erano soldati o erano partigiani. Ricordo che queste colline sono state luogo di scontri tremendi tra soldati nazi-fascisti e partigiani, la vicina città di Alba è stata conquistata e “tenuta” dai soli partigiani italiani per 23 giorni, successivamente gli eserciti nazi-fascisti hanno compiuto ritorsioni terribili con azioni di rastrellamento in tutte le Langhe. Una di queste azioni ha coinvolto anche la Cascina Bricchetto, gli abitanti sono stati tutto il giorno al gelo compresi bambini
piccolissimi sotto la minaccia delle mitragliatrici mentre tutte le suppellettili sono state ammucchiate nella grande aia e incendiate, il fuoco si è diffuso ai fienili e alle parti in legno distruggendo tutto ciò che non era pietra, fortunatamente nessuna vittima.

Queste notizie mi sono state date da diverse persone che vivevano qui in quel periodo, nei primi anni dall’acquisto ho avuto la fortuna di svariate visite di signore e signori che avevano vissuto qui da ragazzi ed erano ritornati a “rivedere per l’ultima volta prima dell’ultimo viaggio” (questo hanno detto) il luogo della loro infanzia e giovinezza nella speranza ci fosse ancora qualcosa di riconoscibile. Molti i racconti, molte le emozioni e i loro ricordi che hanno rinforzato ancor più la mia decisione di “conservare” tutto il possibile.

Green Entrance 2
The door and the sky

La cascina devastata dall’incendio ha iniziato il declino, il terreno è stato smembrato e venduto pezzo per pezzo e anche perso al gioco d’azzardo, molti i passaggi di proprietà interessati a null’altro che al denaro da ricavare. Gli edifici non interessavano a nessuno, molto era ridotto a mucchi di pietre …

La bellezza mozzafiato del luogo, amore folle, incoscienza, sfida e molto altro sono stati il sottofondo e la molla per l’acquisto avvenuto nel 1955, da allora lavoro e lavoro hanno ridato vita alla cascina e al terreno che la circonda coltivato a vigna, molto c’è ancora da fare …

Svariate le azioni di salvataggio dell’antico cascinale, una di queste ha riguardato le porte delle fotografie (alcune ricostruite con pezzi di altre porte), porte aperte a te… e a tutti i romantici, ti aspetto!

Giovanna