Sono andata ad assistere al rito dell’Accensione del 73° Fiammifero sotto l’alambicco a fuoco diretto nella
distilleria Levi a Neive. Tante emozioni e sollecitazione dei cinque sensi!
C’era proprio tutto: la magia del luogo, il rito del fuoco, la banda, le poesie e i disegni di Romano Levi, le
etichette delle grappe che lui disegnava singolarmente e spesso dedicava, le cose buone da assaggiare…Da
qui il desiderio di far conoscere questa straordinaria realtà alle tante persone speciali che leggono il nostro
blog.
Buona lettura e un brindisi “virtuale” con le grappe della distilleria Levi!
Giovanna

La Donna Selvatica delle Langhe e le grappe di Romano Levi

Il Comune di Neive si trova al centro della strada Romantica di Langa, il più articolato con i suoi 100
chilometri dei percorsi per scoprire questa terra affascinante. Un territorio che custodisce tradizioni antiche,
come quella della leggendaria Donna Selvatica. Un’immagine che riconciliava nella figura femminile il
conflitto tra uomo e natura, al confine con la mitologia e reso poi celebre oltre ai confini delle Langhe dalle
etichette disegnate dal “ Grappaiolo angelico” Romano Levi di Neive.

La Donna Selvatica

Un antico racconto della Salige descrive le Donne Selvatiche delle Langhe come “figure ricorrenti nelle
saghe dell’arco alpino, che rappresentano le radici più profonde, corporee e istintuali del femminile:
l’archetipo di una natura libera e selvaggia, incontaminata dal disagio della civiltà”.
La “Donna Selvatica” si caratterizzava, all’interno della società contadina delle Langhe, come portatrice di
una cultura che affondava le sue radici nella notte dei tempi, in stretto contatto con la natura e i suoi
segreti, con i mestieri legati alla stagionalità, con la saggezza dei vecchi che si inframmezzava con la
religiosità popolare e scaramantica.
Nell’immaginario collettivo delle Langhe la figura della “Donna Selvatica” è sempre stata forte e presente:
una donna difficilmente inquadrabile nelle convenzioni sociali dominanti, per nulla attenta alle apparenze e
restia al conformismo imperante nelle campagne; una donna indipendente, fiera, autonoma e in grado di
badare a se stessa e, il più delle volte, agli altri; una donna, quindi, archetipo delle difficoltà e delle gioie,
degli stenti materiali e delle ricchezze spirituali della vita contadina immutata nei secoli.
Il mito di Donna Selvatica è stato poi ripreso e reso famoso da Romano Levi, produttore artigianale di
grappe d’autore, poeta e disegnatore di etichette, una celebrità a Neive. Per lui le Donne Selvatiche sono
visioni, ricordi del passato, di quando andava a scuola a piedi e sfiorava per strada “donne belle e
scarmigliate, un po’ pazze, un po’ streghe, un po’ fate”.

Romano Levi le racconta così le “Donne Selvatiche”

“Da ragazzino andavo a scuola attraversando le vigne. Tra i filari c’erano spesso “ i ciabòt”,
minuscoli ripari dove i vignaioli e i contadini si rifugiavano… Io passavo di lì al mattino e a volte
vedevo sbucare da questi ripari donne belle e scarmigliate, un po’ pazze, solitarie, che vivevano
spesso ai margini della società paesana. Erano misteriose, senza vincoli, sparivano e poi
tornavano, un po’ streghe e un po’ fate.
Erano libere, come dovrebbero essere tutte le donne per vivere la parte migliore della vita”.
Le grappe di Lidia e Romano Levi

“Faccio grappa: il sangue di fuoco, i morsi di vita, la poesia sono tuoi.”
Romano Levi

Per oltre sessant’anni, i fratelli Lidia e Romano Levi, continuando la tradizione dei loro antenati, hanno
prodotto una Grappa unica, a tutti nota come “La Grappa della Donna Selvatica”. Non è solo un distillato di
vinacce, ma anche l’arte espressa da Lidia nelle composizioni di erbe immerse nelle bottiglie o da Romano
nelle etichette poetiche, disegnate a mano.

“La Donna Selvatica scavalica le colline” – “La Donna Selvatica scavalica tutti i confini”
Romano Levi

Le grappe riescono superbe e lui fa la ‘riverenza’ nelle etichette che scrive con certosina sapienza a
mano, e che dedica. I nomi fermano nel tempo il suo fantastico amore a Donne decorose e indecorose,
selvatiche, ascendenti e discendenti, che scavalicano colline, che si lasciano toccare e non, coi capelli
d’oro d’argento”. Luigi Veronelli (enologo, cuoco, gastronomo, e scrittore)
http://www.lacucinaitaliana.it/storie/luoghi/luigi-veronelli-cucina-vino-olio-storia/

La casa-distilleria dei Levi, è oggi un Museo vivo e produttivo della Grappa, una vera e propria isola del
tempo, in cui il Genius Loci di Romano Levi, aleggia ovunque nell’arte, nei modi e nei tempi di lavoro, negli
oggetti semplici ed essenziali, nei profumi e nella serenità.
http://www.distilleriaromanolevi.com/romano-levi/#la-distilleria
http://www.distilleriaromanolevi.com/romano-levi/
https://www.facebook.com/DistilleriaRomanoLevi

RENZO “Il cestaio delle Langhe”

Premessa

Nel passato i cestini erano molto usati dai contadini delle Langhe, servivano per gli usi più molteplici: per la raccolta di cereali-ortaggi-frutta, contenitori di legna, contenitori di uova…quasi tutti (durante i lunghi e innevati Inverni) li costruivano per gli usi della famiglia, alcuni dotati di “estro creativo” alternavano colori/fogge/decorazioni/finiture ma restavano oggetti di uso pratico e quotidiano.

Amo i cestini da una vita, li compero e li uso anche se quando si rompono o consumano mi dispiace, poi ne trovo altri…
Ho avuto la fortuna di conoscere Renzo recentemente, fare qualche acquisto e invitarlo alla Cascina Bricchetto per una dimostrazione a noi e ai nostri ospiti.

Renzo

Il cestaio delle LangheRenzo bambino guardava per ore il nonno che creava cestini di salice per gli usi della famiglia, desiderava diventare bravo come lui ma come diceva il nonno bisognava sia costruirne tanti sia possedere l’estro artistico.
Renzo, guidato dal nonno, aveva iniziato a costruire i cestini ma l’occasione di un lavoro sicuro lo aveva portato in giro e allontanato dai cestini. Di tanto in tanto ripensava ai cestini con rimpianto e si diceva che un giorno avrebbe ripreso in mano i salici e provato a costruirli.
Gli anni sono trascorsi veloci, i figli cresciuti sono andati per la loro strada,finalmente con l’arrivo del pensionamento Renzo può dedicarsi ai cestini, fortunatamente la forma fisica è eccellente e la moglie disponibile a collaborare.

A partire dal mese di Gennaio Renzo e la moglie Silvana percorrono le Langhe alla ricerca dei salici,cercano il tipo di colore giallo e quello di colore verde,e di quelli color marrone diverse tonalità…inoltre i rametti debbono avere diametri diversi per le diverse parti del cestino e lunghezze diverse per le diverse dimensioni del cestino.
I rametti debbono essere conservati con la corretta umidità per essere lavorati, se seccano non sono più flessibili e si buttano via, una parte del raccolto si deve scorticare per avere il colore bianco…
I nostri coniugi si godono le camminate all’aria aperta nei meravigliosi territori delle Langhe con qualche sosta nelle Osterie ad apprezzare i cibi della tradizione locale, a casa prova e riprova imparano a preparare e conservare innanzi tutto “la materia prima” quindi Renzo – attingendo ai ricordi dell’adolescenza – tenta la fabbricazione…ma non riesce, c’è qualcosa che non ricorda o le dita si sono indurite troppo per guidare i recalcitranti salici o mancano degli attrezzi?

Renzo e Silvana si informano e trovano qualche vecchio che costruisce i cestini,
loro pensano che saranno contenti di insegnare “l’arte cestiaria” affinché venga tramandata ai giovani anziché sparire con loro, ma i primi contatti sono una delusione: vengono respinti. I nostri non demordono, resi prudenti dall’esperienza, si limitano a guardare con molta attenzione il modo in cui i vecchi artigiani eseguono il cestino. A casa prova e riprova, a volte il lavoro riesce, a volte è bloccato e allora si ritorna a guardare con la massima attenzione a quello specifico passaggio. In questa fase Silvana si rende conto che occorre una certa quantità di forza che lei non ha, continua a collaborare con Renzo e scopre la passione per la fotografia naturalistica che eserciterà durante le camminate alla ricerca dei salici.

Oggi Renzo e Silvana collaborano ancora ma è Renzo che ha l’estro creativo e la capacità tecnica, ciascun cestino è unico come ho cercato di dimostrare nelle fotografie eseguite durante la sessione realizzata qui alla Cascina Bricchetto.
Renzo sarà lieto di mostrarvi le sue creazioni anche qui da noi.

Giovanna

 

La tenuta Monfalletto Cordero di Montezemolo si distingue per molte ragioni: la storia, la cantina, i vini, la vista sulle dolci colline della frazione Annunziata di La Morra, l’ospitalità…

I primi nostri ospiti (2007) sono stati accolti e guidati nelle degustazioni con grande cortesia e competenza, sono stati accompagnati al superbo cedro del Libano che svetta sul colle Monfalletto e durante il percorso nelle vigne hanno visto le diverse tecniche colturali specifiche di ogni vigneto, allora tutto questo era assolutamente insolito e da allora prosegue…per la gioia dei nostri ospiti.

Aggiungo solo che noi amiamo in modo particolare il “Barolo chinato” da loro prodotto in quantità ridotte a base di autentico Barolo, in casa nostra non c’è pranzo importante che non si concluda con un bicchiere di Barolo chinato prodotto dalla cantina Cordero di Montezemolo.

Giovanna

Storia

La tenuta Monfalletto Cordero di Montezemolo vanta una storia secolare. Le sue origini ci portano fino al 3 aprile 1340 quando Pietrino Falletti, grazie ad un prestito concesso al comune di Alba, diventa proprietario del comune di La Morra. La famiglia, in questi lunghi secoli, accresce i suoi domini, li vende, li smembra, li perde, gli eredita e così via attraverso la comparsa e scomparsa di vari rami famigliari in tutta la regione Piemonte. La proprietà delle terre di La Morra, per quanto variate in consistenza, si protrae tuttavia per sedici generazioni, dal 1340 sino al trapasso della contessa Luigia Falletti di Rodello avvenuto nel 1941. Estintosi il ramo famigliare la proprietà passa al più stretto erede legittimo Paolo Cordero di Montezemolo nipote della contessa, padre dell’attuale titolare Giovanni e Cordero di Montezemolo che tutt’ora conduce l’azienda insieme ai figlie Elena ed Alberto.

Azienda Agricola Monfalletto

Il cedro

Sulla sommità del colle Monfalletto, maestoso, imponente, venerando, si innalza un cedro del Libano; può essere scorto da qualunque punto dei confini che circoscrivono la zona di coltivazione delle uve nebbiolo per la produzione del vino Barolo; dal luogo in cui sorge, vicendevolmente, si possono distinguere i punti caratteristici, gli avvallamenti, il profilo dei colli mediante i quali, tutto intorno, questi confini possono essere individuati offrendo così la possibilità di valutare l’estensione della zona.
L’albero fa parte della storia e delle tradizioni di queste terre; fu posto a dimora da Costanzo Falletti di Rodello ed Eulalia Della Chiesa di Cervignasco a ricordo delle loro nozze celebrate nel 1856 e quale simbolo del loro amore per la terra

Vigneti

Tutti i vigneti sono disposti in un corpo unico di 30 ettari attorno alla cascina, fatta eccezione del vigneto Enrico VI, situato a Castiglion Falletto, e da essi si ottengono esclusivamente vini a denominazione d’origine, Docg e Doc.
Il Nebbiolo utilizzato per la produzione del vino Barolo rappresenta la metà della superficie coltivata e lo storico fiore all’occhiello dell’azienda. Altri vini importanti sono Dolcetto d’Alba, Langhe Arneis, Barbera d’Alba e Langhe Chardonnay “Elioro”.
La tenuta si trova in posizione strategica al centro della zona del Barolo, con ottime esposizioni e altitudini per una corretta maturazione di tutte le varietà d’uva. La cantina è stata ristrutturata nell’arco dei dieci anni a cavallo del nuovo millennio e oggi rappresenta un esempio di una corretta integrazione architettonica all’interno del paesaggio circostante, dove geometrie rurali e moderne si fondono armonicamente.

I vini

  • Langhe Arneis
  • Langhe Chardonnay
  • Montezemolo brut
  • Dolcetto d’Alba
  • Langhe Nebbiolo
  • Barbera d’Alba
  • Barolo Monfalletto
  • Barolo Enrico VI
  • Barolo Gattera

Le langhe

L’area collinare delle Langhe si estende tra i confini del Roero e i confini dell’astigiano.Segnate dal caratteristico andamento parallelo dei crinali e delle valli da cui, con tutta probabilità, prende origine anche la denominazione (Langhe =langue=lingue di terra).
Da sempre questa è una terra di grandi vini, infatti sulle colline della bassa langa, la vite è quasi l’unica coltivazione presente, con una distesa di vigneti che offre all’occhio un panorama davvero eccezionale.

Le Langhe hanno come centro principale , storico e geografico la città di Alba, importante polo commerciale ed industriale della provincia ma anche punto di partenza e di arrivo degli itinerari dei paesi vicini.

Beth racconta Cascina Bricchetto e le Langhe

A piedi nelle Langhe

Introduzione
Elizabeth è una scrittrice americana che ha soggiornato da noi e successivamente mi ha inviato l’articolo che segue, le fotografie dell’articolo sono state scattate da lei e da Trish in particolare durante le piacevoli  esperienze di cucina tipica realizzate insieme.
L’empatia è stata forte da subito sia con lei sia con la sua amica Trish, il loro evidente e dichiarato apprezzamento per il luogo-la casa-i cibi- i vini ma anche per  le piante aromatiche che non conoscevano,          l’ impegno loro e dei mariti durante le esperienze di cucina con gli utensili tradizionali a loro sconosciuti, sono nel mio cuore e ci resteranno!
Giovanna

Viaggio in Piemonte e “scoperta” delle Langhe.Degustazione vini

Nel mese di Maggio, io, mio marito e due nostri cari amici abbiamo compiuto un viaggio alla scoperta delle Langhe, in Piemonte. Grazie a una ricerca su Internet abbiamo conosciuto l’Agriturismo Cascina Bricchetto, gestito dalla proprietaria Giovanna Oliveri. La regione delle Langhe, con le sue splendide colline, è uno dei siti della World Heritage List dell’Unesco ed è famosa per la sua lunga storia di coltivazione di vigneti e produzione di vini; è la fertile terra di origine di varietà come il Nebbiolo, il Dolcetto e il Moscato e dei migliori vini del mondo Barolo e Barbaresco.
In Piemonte ha inoltre avuto inizio il movimento Slow Food, 30 anni fa (e dal quale credo derivi anche il concetto di slow travel, ovvero di turismo lento): l’associazione Slow Food promuove la coltivazione a chilometro zero e abitudini alimentari sostenibili, e vuole valorizzare l’idea di consumare cibi locali preparati a partire da prodotti freschi, del territorio, a sostegno dei produttori del posto. Celebra, insomma, quanto di più salutare vi è nel rallentare il passo delle nostre moderne vite industrializzate.
Pur essendo interessati a conoscere meglio il cibo e il vino della regione — in fondo, chi non lo è? – ci allettava anche l’idea di poterci fermare e riposare un po’ dopo una settimana impegnativa a Venezia e nelle Cinque Terre. Una vacanza in campagna in una location stupenda faceva proprio al caso nostro e ci avrebbe fornito una base da cui partire per esplorare i dintorni.Degustazione prodotti piemontesi
Per questo, Cascina Bricchetto, situata sulla cima di una collina nei pressi del paese di Trezzo Tinella, è stata per noi una scoperta straordinaria. La proprietà comprende diversi edifici collegati tra loro, dei quali il più antico è la cascina in pietra, risalente probabilmente al XVIII secolo. Dalla metà degli anni ’90 è stata sottoposta a un continuo, appassionato lavoro di ristrutturazione, i cui risultati sono visibili praticamente ovunque si guardi.
I giardini, gli alberi da frutto, la lavanda, le rose, le ciliegie e i cotogni, tutti piantati negli ultimi vent’anni, fioriscono sotto le cure amorevoli di Giovanna. Tutto intorno, fin dove l’occhio arriva, le colline si incurvano dolcemente, rivestite di ordinati vigneti e punteggiate qua e là di cascine dal tetto in terracotta; i campi sono costellati di papaveri e margherite, le cicerchie invadono i muri di pietra e le nicchie alle pareti traboccano di gerani, mentre caos e ordine convivono in perfetta armonia. Ovunque si notano le tracce di una cura quasi pignola della terra, dei vigneti, dei boschetti di noccioli, in un mix di simmetrie e di sensualità casuale che non potrà deludere chi sa apprezzare la vista di panorami stupendi e il profumo di gelsomini e ginestre. Questo è un posto dove ci si sente veramente a casa, che la natura ha dotato di un suo ordine proprio e a cui l’uomo ha lavorato con amore e pazienza per generazioni. Merita di diritto tutta questa devozione: gli abitanti vivono a contatto con la terra e grazie ad essa; gli artisti trovano in questi paesaggi il soggetto delle loro opere; i sognatori, come Giovanna, dedicano la propria vita a preservare quanto di speciale questo luogo ha da offrire.
Nel nostro candido appartamento con due camere da letto, a svegliarci la mattina era il canto del Cuculo solitario. L’alloggio si chiama dër Forn, dallo storico forno adiacente all’edificio dove un tempo, ogni settimana, si recavano tutte le donne della collina per cuocere il pane. Dalle finestre aperte entravano fragranze inebrianti, trasportate dal fruscio leggero del vento tra le fronde. Ogni giorno abbiamo ammirato le nuvole mentre prendevano forma nel cielo barocco, e in un paio di occasioni abbiamo potuto apprezzare la vista delle Alpi innevate all’orizzonte. Abbiamo goduto della compagnia degli affettuosi cani della tenuta, Pippo e Peppa, e mangiato (soprattutto mangiato) in abbondanza per tutta la settimana prelibatezze del luogo, selezionate per noi dalla nostra ospite: formaggi, pane, torta di nocciole fatta in casa e naturalmente vini bianchi e rossi locali.
I giorni sono volati in un perfetto equilibrio tra passeggiate nella campagna e letture in terrazza o nel soleggiato cortile. Noleggiata un’auto, abbiamo fatto delle gite nelle cittadine vicine (Alba, Neive, Bra, Barolo e Barbaresco per citarne alcune), dove abbiamo passeggiato, visitato i mercatini, partecipato ad un tour del vino e ad altre attività tipiche del turismo lento. Tutti e quattro ci lasciavamo guidare dall’umore e dai capricci di ogni giorno, liberi da qualsiasi preoccupazione.
Cooking ClassUovaCooking Class

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra le esperienze più significative fatte in Piemonte vi sono i due pomeriggi trascorsi nell’accogliente cucina di Giovanna. Lì, indossati i nostri grembiuli e riempiti i calici di vino, abbiamo imparato le sue ricette per la pasta fatta in casa, il ragù langhetto, il risotto ai funghi, la salsa verde con le acciughe e le uova di quaglia, e lavorato alla paziente preparazione dei ravioli (il cui ripieno va preparato il giorno prima e lasciato riposare una notte, per far amalgamare al meglio i sapori). Tutti gli ingredienti venivano direttamente dall’orto di Giovanna o da quello di un produttore locale.
Osservare Giovanna mentre lavora l’impasto su una tavola di legno liscia e grande quanto un tavolo, giunta a lei di generazione in generazione, o mentre ci passa un pesante mortaio in marmo rosso appartenuto alla sua bisnonna; ascoltare le sue storie e prendersi il tempo per imparare a usare una mezzaluna (altro che Cuisinart!);

Cooking ClassCooking Class - Al lavoro!Cooking Class - Al lavoro!

Cooking Class - Al lavoro!

Arrancare tra una sfida linguistica e l’altra (l’inglese di Giovanna è di gran lunga superiore alla nostra conoscenza dell’italiano); riempire i nostri bicchieri ancora una volta, e ripartire, non solo con un’enorme quantità di cibo per saziare il corpo e lo spirito, che non siamo riusciti a finire durante il nostro soggiorno, ma con un senso più profondo del significato di casa, ospitalità, tradizione, ovvero ciò che più conta per Giovanna. Cooking Class - Ragu
Giovanna ha condiviso con noi l’abbondanza e il “gusto” delle cose autentiche, stabilendo con noi un legame e dando prova di una ricchezza e di una generosità inaspettate, di cui faremo tesoro per sempre.
Riguardando le foto del nostro recente viaggio in Italia, naturalmente riesco ad apprezzare la storia, il mistero e la maestosità delle acque di Venezia, le curve scintillanti delle Cinque Terre e il blu cristallino del Mar Ligure, ma più di ogni altra cosa ricordo le mani di Giovanna al lavoro, le sue ciliegie da lei colte dall’albero davanti casa, il panorama dall’alto della collina, la ricchezza di una vita dedicata alla cascina sulle Langhe, la sua generosità fuori dal comune. Posso dire con certezza e soddisfazione che, nonostante le barriere linguistiche, ci siamo capiti e abbiamo condiviso esperienze significative.

Cooking Class - Si mangia!Nutro una profonda speranza che altri, come noi, indipendentemente dalla loro destinazione, possano conoscere e apprezzare la bellezza di rallentare il passo, aprire i sensi, amare la terra che ci abbraccia, ispira e nutre, e fermarsi quel tanto che basta per fare la nostra parte nel sostenere e onorare chi se ne prende cura.
Beth Lodge-Rigal
Bloomington, Indiana, Stati Uniti
 

Moccagatta_coleIl paese di Barbaresco è facilmente riconoscibile dalla torre di avvistamento (XI sec.) a pianta quadrata, probabilmente l’edificio apparteneva a un sistema di torri di avvistamento che si erano sviluppate lungo il fiume Tanaro sul territorio delle città fra Asti e Alba, patrimonio del Ducato del Monferrato.

Dalla sommità della torre è possibile scorgere tutti i paesi circostanti, il corso del fiume Tanaro, Alba, Cherasco da un lato, Asti dall’altro. Il più famoso dei vini prodotti nel territorio comunale è il Barbaresco che ha preso il nome dal paese e lo ha reso famoso.

Una curiosità “il porto”, scendendo la lunga scalinata che si vede dalla torre si arriva al luogo dove (prima della costruzione del ponte sul Tanaro) il traghettatore “portnè nella lingua locale” traghettava persone, animali e cose.

 

Cantina Moccagatta

Moccagatta_bric balinSergio e Francesco Minuto con i rispettivi figli Martina e Stefano continuano l’attività del padre Mario che nel 1952 ereditò la cascina Moccagatta. In 12 ettari vitati tra Barbaresco e Neive sono coltivati Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Chardonnay per produrre 65 mila bottiglie all’anno. La ricerca dell’equilibrio produttivo e una particolare cura delle piante dalla potatura al diradamento estivo dei grappoli, uniti all’uso di moderne strutture e attrezzature di cantina sono fondamentali per l’ottenimento di vini di qualità.

Moccagatta_bric balin buschet

I tre vigneti per il Barbaresco sono molto caratterizzati dalla zona di provenienza. Il Basarin a Neive ha un terreno più ricco in sabbia che lo rende più elegante e profumato, il Bric Balin a Barbaresco nella sottozona Muncagota ha un terreno argilloso che dà potenza e frutto, il Cole, più vicino al centro di Barbaresco è complesso, potente e concentrato grazie all’argilla bluastra delle Marne di Sant’Agata.

I VINI 

moccagatta_degustazioneBarbaresco

Barbaresco Basarin

Barbaresco Bric Balin

Barbaresco Cole

Langhe Nebbiolo

Barbera d’Alba

Dolcetto d’Alba

Langhe Chardonnay Buschet

VISITE E DEGUSTAZIONI SU PRENOTAZIONE

moccagatta_cantina bottiglieMOCCAGATTA

Strada Rabajà, 46 – 12050 Barbaresco (CN) Italia

Tel 0039 0173 635228 – Fax 0039 0173 635279

e-mail: info@moccagatta.eu – www.moccagatta.eu

Arte e riciclo delle vecchie cose

034La mia amica Ann è troppo modesta, ciò che crea è Arte riciclando vecchie cose, infatti non voleva il titolo da me proposto e che io uso egualmente. Questa esile donna ha una forza straordinaria (anche fisica), ha fatto lavori da muratore per la sua casa e il suo splendido giardino, la sua “vista è immediatamente creativa” quando vede le cose – il più delle volte giudicate inutili dalle persone- lei già li trasforma in opere d’Arte anche utili.

Giovanna

Una donna inglese nelle Langhe

Ann

Vivo nelle Langhe dal 2003, il trasferimento dall’Inghilterra ha comportato ovviamente una modifica dello stile di vita e tante nuove esperienze e conoscenze, penso che da qui sia emersa la creatività che era sepolta dentro di me e quindi non ne ero consapevole.

La prima sfida incontrata qui è stata la ristrutturazione (era pre- Internet) della casa contadina che avevamo acquistato, ho esplorato I paesi vicini e le case abbandonate e anche alcune città alla ricerca dei materiali tipici che desideravo usare, quindi ho visto e catalogato nella mia testa molte cose.

Subito dopo ho “messo mano” materialmente anche nel terreno circostante la casa che un pò per volta è diventato il mio speciale giardino anglo-italiano. Durante i lavori ho messo in magazzino vecchie e belle cose che non ho utilizzato, fatto lunghe passeggiate durante le quali guardando le case-cose abbandonate avevo una stretta al cuore a quella vista, da qui è nata una nuova avventura che si è coniugata con la mia avversione totale al concetto di usa e getta.

La passione per le cose di un tempo.

Guardando le tante vecchie case abbandonate, qui nelle Langhe, con le finestre rotte, persiane a malapena appese, attrezzature agricole arrugginite, reliquie del passato lasciate ai topi o in attesa di essere bruciate, cuore e cervello hanno iniziato a “carburare”.

Le cose che guardavo il più delle volte erano state fatte a mano con sapienza e impiegando molto tempo, erano fatte con buoni materiali per resistere alla prova del tempo e anche per avere la possibilità di ripararle e farle durare ancora di più ed erano belle, infine le modificazioni prodotte sia dal passare del tempo sia dagli eventi atmosferici, ai miei occhi li hanno rese ancora più belle!Molte di queste cose non sono più riparabili e quello che lo sono non sono più utilizzabili nella loro forma originale in questa società.

La mia nuova avventura e passione è quella di dare nuova vita a questi pezzi di legno un po’ marciti e metallo arrugginito, con creatività e fantasia li trasformo in un oggetto unico-contemporaneo-utilizzabile.

Opere/oggetti

P1020525-2Ganci arrugginiti: sono diventati un portacandela.

011
Parti di rastrello sono diventati un porta-piatti.

075
Parti di uno scaldaletto sono diventate un porta asciugamani

014
Molle di un materasso e pezzi di un carro sono diventati un lampadario.

Vecchie cerniere di ferro sono diventate una cornice. Parti di porte, finestre, persiane sono diventate un tavolo e un armadio….sono diventati pezzi unici ed esclusivi da inserire in una parete e in giardino.

Alcune delle mie realizzazioni sono esposte nel Museo del riciclo dentro il municipio di Camo nell’ambito del Museo a cielo aperto https://www.cascinabricchetto.it/it/dove-siamo/arte-nelle-langhe/

il museo è visitabile tutte le mattine ed io sarei felice di accompagnarvi concordandolo. Altre opere sono in mostra nel ristorante Verderame a Castiglion Tinella, i pezzi più grandi sono visibili nella mia casa.

Ann Stefani

100-1Contatti: annstefani@tiscali.it cell. + 39 3202698492

 

IMG_1666Nelle Langhe si riscoprono i cinque sensi, paesaggi vitivinicoli e viste mozzafiato! La mia giovane amica Gabriella è una persona speciale, odia le parole inutili e io uso dire che se per esprimere un concetto servono venti parole lei ne usa quindici…lei esprime le emozioni e i sentimenti con gli occhi!
Ho assisto alla trasformazione del suo amore per il nostro territorio nella professione di Guida naturalistica, attività che esercita con conoscenza autentica e dettagliata del territorio – competenza e passione, qualità attualmente non proprio comuni.
Le persone che conoscono le Langhe sono molte in giro per il mondo, quasi sempre i sensi che hanno esercitato o che desiderano esercitare qui riguardano i vini e il cibo che hanno dato notorietà al territorio, e quindi sono principalmente l’odorato e il gusto. Durante le escursioni con Gabriella ci saranno stimoli e possibilità di esercitare tutti i cinque sensi riscoprendo sensazioni dimenticate o quasi nella convulsa vita odierna.

Giovanna

Gabriella
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Sono nata e vivo in Piemonte nelle Langhe.
Il territorio e la natura sono la mia passione.
Sin da piccola la natura suscitava in me sentimenti di gioia e oggi più che mai sa regalarmi emozioni primordiali che allentano le tensioni della vita quotidiana.
Mi piace camminare tra boschi, sentieri di campagna, fra piante ed erbe selvatiche riscoprendo attraverso profumi, suoni,colori, i cinque sensi.Per questi motivi nel 2014 ho acquisito il titolo di Guida naturalistica per poter condividere queste intense emozioni che solo la natura può darci.Le escursioni e le camminate che propongo sono specificatamente definite sulle richieste e valutazione dei partecipanti, lasciando tempo alla contemplazione dell ambiente circostante per una esperienza di “immersione nella natura” attraverso stimolazioni multi sensoriali .

Con questo approccio i percorsi da me proposti: IMG_1669-1

  • I sentieri del moscato
  • Il percorso della chiesetta di Sant’Elena
  • Il bosco di Langa
  • Vigne e rocche
  • Intorno ad Alba
  • La scala Santa
  • La via dell’acqua e del vino
  • Anello Sinio – Serralunga D’Alba.

Guida naturalistica

Gabriella
tel. +39 334 1908968
email g.fogliati@hotmail.com

Vini del Monferrato

Vi presento una bella-giovane-antica- azienda che produce ottimi vini nel vicino Monferrato. La conoscenza deriva dal mio grande amore per la Barbera d’Asti e dall’incontro iniziale entusiasmante con Claudio.

Gli ospiti che sono stati da loro per una visita con degustazione sono stati felici sia per la ricca degustazione sia per la calorosa accoglienza e ancora per la grande competenza di Claudio.

L’azienda Duilio Da Casto

La nostra è una piccola realtà a conduzione familiare che si tramanda ormai da 5 generazioni. 

I nostri 7 ettari di vigneto sono situati in parte in Frazione Vianoce ed in parte in frazione Salere tutti nel comune di Agliano Terme, da sempre individuato come uno dei terroir più vocati per la produzione di uve Barbera

Mio padre Duilio si occupa dei vigneti, il vero cuore pulsante della nostra azienda, con il prezioso aiuto di mia madre Gabriella e mio zio Felice. Io, terminati gli studi in Viticoltura ed Enologia, ora faccio del mio meglio in cantina per vinificare e condurre i vini verso la giusta direzione nella maniera più semplice e naturale possibile. 

La semplicità e la ricerca costante della qualità sono la filosofia della nostra azienda, che produce vino credendo fermamente nel proprio lavoro, ispirata da sani valori, quelli che i nostri avi ci hanno trasmesso.

Claudio Dacasto

Vini prodotti

  • Monferrato Bianco Arneis “Vianus”
  • Vino Rosato “Vianus Rosè”
  • Piemonte Chardonnay “Bourg”
  • Barbera d’Asti
  • Barbera d’Asti Superiore “Camp Riond”
  • Monferrato Rosso “Forestiero”
  • Vino Spumante Metodo Classico Brut “Quattro”

Cantina, vigneti e sala degustazione – Fraz. Vianoce n.26, 14041 Agliano Terme

Sala degustazione e vigneti – Fraz. Salere n.57, 14041 Agliano Terme

Tel. +393339828612
www.dacastoduilio.com
info@dacastoduilio.com

Da aprile a ottobre tutti i giorni dalle 17 alle 19, il resto dell’anno su prenotazione; è gradito breve preavviso telefonico

Degustazioni su prenotazione: +393339828612

Lingue parlate

Italiano, Inglese, Francese

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Benvenuti sul nostro blog!

Ho deciso di attivare una comunicazione rapida e informale con voi che guardate il nostro sito,
vi racconterò alcune delle cose che si fanno qui e alcuni degli eventi dell’area, segnalerò le cose importanti che riguardano il territorio, scriverò delle cose che mi affascinano e incuriosiscono.
Scriveranno anche le persone con le quali collaboriamo, ad esempio produttori di vino – formaggi e salumi – dolci tipici – guide naturalistiche – tartufau (cercatori di tartufo) …

Noi tutti amiamo il nostro territorio, siamo appassionati del nostro lavoro e desidereremmo condividere con voi i nostri amori, se venite a trovarci faremo sì che il vostro soggiorno sia ricco di emozioni esclusive da portare con voi, a questo proposito vi chiedo di tener presente che se voi esplicitate i vostri desideri aumentate le possibilità che siano soddisfatti…qualche volta per me è davvero difficile coniugare il rispetto per la vostra privacy e il desiderio di proporre le tante cose da vedere e fare.

I nostri “plus”

Certificazione di Qualità, disponibilità, cordialità e rispetto della privacy, supporto alla realizzazione dei … sogni e alla soluzione di problemi.

Documentazione turistica e mappe.

Organizzazione eventi enologici:

– tour nelle aree di produzione di Barbaresco, Barolo, Arneis
e Barbera d’Asti, il produttore conduce la visita e la degustazione provando a trasferire
la passione e l’orgoglio che accompagnano tutto il percorso;
– sperimentazione e riconoscimento vini dell’area e sperimentazione di abbinamento ai cibi, i
produttori partecipano agli incontri.

Organizzazione eventi gastronomici:

-informazioni e prenotazioni ristoranti: da quelli a conduzione familiare a quelli con stelle Michelin…
– visite e degustazioni a piccoli produttori di formaggi e salumi;
– visite e degustazioni a piccoli produttori di dolci tipici,
– mercati all’aperto dei produttori e particolari negozi specializzati,
– esperienza di cucina tipica stagionale, dal brekfast alla “merenda sinoira” (nel nostro territorio è tradizionale una merenda -inizio intorno alle 5 di pomeriggo- che via via si trasforma in cena sia per i piatti che per l’orario) in ogni caso menù concordato con abbinamento di vini.

Organizzazione escursioni:

– alla scoperta del territorio dal punto di vista naturalistico accompagnati da una guida specializzata, i percorsi vanno da una passeggiata di un paio di ore all’intera giornata, previamente concordati, particolare attenzione alla flora endemica e alle esperienze sensoriali;
– tour dei castelli delle Langhe-Roero,
– tour dei borghi antichi arrampicati sulle creste delle colline,
– Torino, Asti, Bra, Pollenzo, centri storici e musei,
– la reggia estiva della Venaria e il castello di Pralormo,

Alla pagina Testimonianze leggete le esperienze degli ospiti, in particolare Craig, Jenny, Gail, Jill.

Invito voi a porre domande, a raccontarci le vostre esperienze e a scambiarci impressioni e informazioni.

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Viaggi –  7 Gennaio  2016

Torino e le colline del vino (Langhe, Roero, Monferrato) sono indicati dal prestigioso giornale tra i 52 luoghi da visitare nell’anno, unica segnalazione  dell’Italia!

Se volete leggere l’articolo segue il link

Articolo New York Times

Noi delle Langhe con i Roerini e i Monferrini siamo molto orgogliosi dell’indicazione e speriamo che siano tanti i lettori che la seguiranno!

Torino

E’ stata la prima capitale d’Italia, si è “reinventata” dopo la pesante crisi originata dal declino industriale,  oggi è una città d’arte e di cultura.

http://www.turismotorino.org/eventi

Il centro storico è bellissimo, tra antiche vie e splendide piazze c’è anche il Castello reale con il parco, tanti sono i musei di ogni genere: auto, cinema, pittura, scultura, tra i quali spicca il Museo Egizio recentemente ristrutturato e secondo al mondo dopo quello del Cairo d’Egitto.

http://www.museoegizio.it/museo/

Le colline del vino

A pochi km da Torino vi aspettano con panorami e paesaggi splendidi così significativi che sono stati inseriti nel “Patrimonio mondiale dell’umanità” dall’UNESCO a metà dello scorso anno. Castelli, paesini arroccati sulle colline, musei molto particolari dedicati alla cultura e colture locali, non solo cibi e vini unici e noti nel mondo (Tartufo bianco d’Alba, Barbaresco e Barolo tra tutti) vi aspettano e vi accoglieremo con gentilezza e discrezione.

http://www.langheroero.it/
http://www.astiturismo.it/
http://www.wimubarolo.it/en/
http://castellilangheroero.it

Foto di  E. Monticelli

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I nostri recapiti

Cascina Bricchetto Langhe
Via Naranzana 22, Trezzo Tinella (Cuneo)
Tel: +39 0173 630395
Mobile: +39 339 3932189
e-mail: info@cascinabricchetto.it
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Benvenuti

Ogni mattina aprendo le imposte esclamo: "bellissimo il Monviso con il sole, oppure stupendo questo cielo nuvoloso, o magico il mare di nebbia, o ancora fiabesca la nevicata" e la sera nel rinchiuderle – vedendo nelle colline di fronte le luci dei paesi (Diano d'Alba, La Morra ecc.) e le luci delle case sparse nelle colline – ringrazio la buona stella che mi ha condotto fin qui, dove la bellezza ti avvolge. (Leggi tutto)

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